A cosa fare caso quando si scelgono le chiavi a cricchetto
26-10-2023

Al giorno d’oggi, sul mercato esistono tantissimi modelli differenti di chiavi a cricchetto e non è semplice riuscire a capire quale sia la più adatta al lavoro che si deve compiere. In alcuni casi, la differenza tra una chiave e l’altra è chiara e lampante, in altri, invece, è invisibile e va ricercata all’interno degli ingranaggi.

Insomma, la scelta tra chiavi a cricchetto è tutt’altro che semplice. Proprio per questo motivo, qui di seguito andiamo a esaminare le caratteristiche principali di questi strumenti, in modo che tu sappia già cosa guardare prima di effettuare l’acquisto.

 


 

Il funzionamento delle chiavi a cricchetto

Le chiavi a cricchetto prendono il loro nome dal meccanismo che si trova a una delle loro estremità, quella opposta alla maniglia: il cricchetto, appunto!

Si tratta di due rotelle dentate collegate, collegate a una sfera e una molla che permettono di sorreggere l’intero meccanismo. A loro volta, questi elementi sono connessi a un interruttore che definisce la direzione in cui deve essere seguito il movimento di torsione per avvitare o svitare l’elemento di fissaggio.

Questa leva, infatti, permette di bloccare il movimento della ruota dentata nella direzione opposta rispetto a quella in cui si gira con la mano. Ciò comporta la possibilità di lavorare su dadi e bulloni in maniera continua, senza dover mai sollevare lo strumento per riposizionarlo – il principale vantaggio delle chiavi a cricchetto.

In alcune chiavi di questo modello, l’interruttore è sostituito dal cricchetto stesso che presenta una superficie mobile da sollevare o abbassare per invertire il senso di rotazione.


 

La dimensione delle bussole

Probabilmente avrai già notato che le chiavi a cricchetto che si trovano più comunemente nelle cassette degli attrezzi vengono accompagnate da dei piccoli innesti metallici, simili a dei cilindri. Ebbene, questi innesti prendono il nome di “bussole” – proprio per questo le chiavi a cricchetto si chiamano anche “chiavi a bussola”.

Le bussole servono per collegare il cricchetto all’elemento di fissaggio e possono avere dimensioni diverse. Ad esempio, la misura 1/4 è quella delle chiavi più piccole, come quelle usate per i dispositivi elettronici, a cui possono essere agganciate bussole dai 4 ai 14 mm. Al contrario, le bussole 3/4 sono in assoluto le più grandi e vanno dai 19 ai 46 mm. Chiaramente, è difficile trovarle in condizioni domestiche: solitamente si usano in officine, fabbriche e stabilimenti.

Le bussole per chiavi a cricchetto più comuni sono quelle 1/2 che vanno dagli 8 ai 32 mm e si addicono alla maggior parte dei lavori che vengono svolti a casa o in garage. Quelle meno comuni, invece, sono le 3/8, in grado di accogliere bussole che vanno dagli 8 ai 22 mm.


 

Numero di denti del meccanismo

Un’altra caratteristica molto importante che permette di distinguere tra i diversi modelli di chiavi a cricchetto è la quantità di denti presenti nella ruota dentata del meccanismo. Questa, infatti, influisce direttamente sulle capacità dello strumento e sulle sue potenzialità d’uso.

Minore è il numero di denti, più questi sono spessi e resistenti. I cricchetti che presentano pochi denti (solitamente circa 24) sono più resistenti e in grado di sopportare sforzi maggiori durante l’allentamento o il serraggio di dadi e bulloni. Per consentire al meccanismo di scattare da un dente all’altro, però, servono movimenti di torsione più ampi che richiedono maggiore spazio.

Al contrario, maggiore è il numero di denti del cricchetto, minore è la loro dimensione. Le chiavi con molti denti (arrivano fino a 72) sono più fragili rispetto alle precedenti e non riescono a sopportare sforzi eccessivi. Ma perché vengono prodotte e vendute, allora?

Perché le chiavi a cricchetto con tanti denti riescono a svitare o avvitare gli elementi di fissaggio anche con movimenti dalla leva minima e possono essere usate in posizioni difficilmente raggiungibili.

La redazione 

 

 

 

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