Venerdì 31 marzo, alle ore 21:30, al Teatro Altrove si terrà lo spettacolo
Giovanni e Nori/ Una storia di amore e di resistenza, con Daniele Biacchessi (voce narrante, testo, regia), Marino Severini dei Gang (chitarra dodici corde e voce) e Sandro Severini dei Gang (chitarra elettrica).
Giovanni e Nori è una storia che si sviluppa tra le pieghe del Novecento. E’ un libro di
Daniele Biacchessi, edito da Laterza (gennaio 2014), scritto in collaborazione con
Tiziana Pesce. E’ uno spettacolo realizzato dal vivo da Daniele Biacchessi, Gang e Gaetano Liguori, con il patrocinio dell’Associazione Memoria storica Giovanni Pesce. E’ la storia di Giovanni Pesce e Onorina Brambilla detta Nori che si snoda dall’
immigrazione in Francia alla guerra civile in Spagna, passando per il confino di Ventotene, la lotta partigiana a Milano e Torino, il campo di concentramento di Bolzano, i giorni della Liberazione, fino ad oggi. Perchè nulla vada mai dimenticato.
L’operaGiovanni Pesce è figlio di una famiglia di emigrati in Francia. Il padre Riccardo è un antifascista costretto a lasciare il paese. Giovanni vive gli anni della sua adolescenza a La Grand Combe, nella regione mineraria delle Cévennes. Nella vineria della madre, Giovanni ascolta i racconti dei minatori: una vita grama, da sfruttati. A quattordici anni Giovanni lavora in miniera. Intanto in Italia il fascismo è diventato regime e per Giovanni inizia una stagione di presa di coscienza politica. Si iscrive alla Jeunnesse comuniste, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Francese e poi aderisce al Partito Comunista d’Italia.
Nel corso di una trasferta a Parigi per una manifestazione, Giovanni ascolta il comizio di Dolores Ibarruri la pasionaria: è un appello ad arruolarsi nelle Brigate Internazionali in Spagna contro le falangi di Francisco Franco. Giovanni viene arruolato nelle file dei garibaldini italiani. Partecipa alle battaglie della valle dell’Ebro e di Guadalajara e rimane più volte ferito da schegge. Dopo la sconfitta, Giovanni rientra in Francia e poi in Italia dove viene arrestato nel 1940, condannato dal Tribunale Speciale e spedito al confino dell’isola di Ventotene. Ed è lì che avviene la mutazione. Per lui giovane proletario emigrato con poca cultura, quell’esperienza carceraria diventa fondamentale per alla sua formazione. Giovanni viene liberato da Ventotene intorno all’estate del 1943, dopo l’arresto di Mussolini e torna a Visone. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, tedeschi e fascisti lo cercano ovunque e l’arresto lo sfiora nella casa dei suoi parenti. Inizia la sua clandestinità. Prima a Torino con il nome di battaglia Ivaldi, diventa il comandante dei Gap, poi a Milano con il nome di Visone. Per Giovanni saranno venti mesi di azioni militari avventurose, leggendarie, coraggiose, drammatiche. Proprio nella Milano occupata dai nazisti, Giovanni Pesce conosce Onorina Brambilla, giovanissima figlia di operai antifascisti milanesi che diventa la sua staffetta partigiana, nome di battaglia Sandra. Tra Giovanni e Nori inizia una storia d’amore che durerà tutta la vita. Ma Milano, a quei tempi, è anche un crocevia di spie.
Un delatore tende una trappola a Giovanni in piazza Argentina, ma al posto di Visone i fascisti arrestano la staffetta Sandra che viene portata nel carcere di Monza, torturata e poi trasferita nel campo di concentramento di Bolzano. Per mesi Giovanni non sa più nulla di Nori. Attende con ansia il suo ritorno che avviene il 7 maggio 1945, quando il lager di Bolzano viene liberato dall’orrore nazista.
Nel dopoguerra, Giovanni Pesce viene insignito della Medaglia d’oro al valore militare. Giovanni e Nori si sposano e da lì inizia il loro comune impegno in tempo di pace: portare la memoria della Resistenza soprattutto alle nuove generazioni.
Giovanni Pesce muore il 27 luglio 2007. Onorina Brambilla Pesce ci lascia il 6 novembre 2011. Oggi Visone e Sandra riposano entrambi al Famedio, il tempio dei cittadini illustri della città di Milano.
L’autoreDaniele Biacchessi è giornalista, scrittore, caporedattore di Radi24. Premio Cronista 2004 e 2005 per il programma Giallo e nero. Premio Raffaele Ciriello 2009 per il libro Passione reporter. Premio Unesco 2011 per lo spettacolo Aquae Mundi con Gaetano Liguori. Ha alle pubblicato decine tra libri, prefazioni e interventi. Tra quelli più conosciuti La fabbrica dei profumi (Baldini & Castoldi, 1995), Fausto e Iaio(Baldini & Castoldi, 1996), Il caso Sofri (Editori Riuniti, 1998), L’ultima bicicletta. Il delitto Biagi (Mursia, 2003), Il Paese della vergogna (Chiarelettere, 2007), Orazione civile per la Resistenza (Promomusic, 2012), Enzo Tortora, dalla luce del successo al buio del labirinto (Aliberti, 2013). È anche autore, regista e interprete di teatro narrativo civile, e presidente dell’associazione Arci Ponti di memoria.
Info e biglietteria: Speciale Settimana del Teatro: 8€ under 25
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Info Settimana del Teatro:
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