Dopo lo stop causato dal cigno nero del Covid, sono tornati a correre i numeri degli affitti brevi. Sono sempre di più le persone che, con la seconda casa avente alle spalle già un po’ di anni o con investimenti immobiliari recenti, scelgono di orientarsi verso questo business. Lanciarsi sul mercato con una casa vacanza richiede l’attenzione ad alcune semplici regole, fondamentali se si vuole avere successo in un settore che, numeri alla mano, è caratterizzato da una concorrenza agguerrita.
Nonostante quello che spesso si dice, avere successo con una casa vacanza richiede un notevole investimento di tempo. Necessario, per esempio, è accogliere e congedare ogni ospite, ma anche avere il polso della situazione in merito al funzionamento degli impianti nell’immobile e alla presenza della giusta quantità di pentole e posate.
Non si tratta, di riflesso, di un’entrata automatica. Alla luce di ciò, si può decidere se gestire personalmente le incombenze appena menzionate o se optare per una persona nella località in cui la casa si trova. Ovviamente deve essere fidata e sufficientemente precisa.
Gli ospiti non arrivano semplicemente perché ci si trova in una località blasonata o particolarmente affascinante. Necessario è promuoversi. Ci sono tante strade da seguire. Tra queste è possibile citare le ota (online travel agencies), i portali dedicati agli affitti brevi, i social o, nei casi in cui si sta valutando di trasformare le locazioni turistiche in una vera e propria attività, il sito.
Pure in questo caso, bisogna tenere in considerazione un investimento di tempo e di soldi. Può essere necessario, in molti casi, allocare un budget per annunci pubblicitari, in modo da massimizzare la visibilità e da avere la certezza di raggiungere un pubblico targettizzato.
Un altro errore che in molti fanno quando si parla di business nell’ambito degli affitti brevi e della gestione di una casa vacanza consiste nel pensare che, se non si apre la Partita IVA, la burocrazia sia assente. Non è affatto vero! L’apertura della Partita IVA è obbligatoria nel momento in cui l’attività assume carattere continuativo - non conta il volume di denaro percepito e neppure il numero dei giorni nell’anno in cui si esercita la suddetta attività - ma, anche in assenza di questa incombenza, ce ne sono altre, obbligatorie, da gestire.
Necessario, per esempio, è tenere aggiornato il registro presenze, accreditandosi al portale dedicato messo a disposizione da parte della Polizia di Stato. I nominativi degli ospiti che si accolgono presso il proprio immobile devono essere tassativamente comunicati entro 24 ore dal loro arrivo.
La regola appena menzionata vale a livello nazionale. Possono esserci anche norme locali promulgate da Comuni e Regioni, motivo per cui è sempre opportuno informarsi prima di dare il via al business.
Un doveroso cenno va dedicato alle tasse che sì, vanno pagate. Gli introiti derivanti da affitti brevi di una casa vacanze sono assoggettati all’Irpef o al regime della cedolare secca con aliquota al 21%.
Nei frangenti in cui si opta per l’affidamento del proprio immobile a una società terza che si occupa di intermediazione, bisogna essere consapevoli del fatto che quest’ultima preleva direttamente il 21% di tutte le transazioni, girando la cifra appena menzionata alle casse dello Stato.
Nelle righe precedenti, abbiamo fatto cenno all’importanza di targettizzare le inserzioni online. Avere chiarissime le idee sulle caratteristiche del proprio ospite tipo è nodale e permette di distinguersi dalla concorrenza. Per non sbagliare in questo caso, è fondamentale tenere d’occhio i trend del momento. Qualche esempio? Le vacanze adults only, ma anche la popolarità delle strutture, sia alberghi, sia case private, dove la sostenibilità viene messa in primo piano. Spazio quindi, in quest’ultimo caso, a materiali naturali e riciclati e a regole chiare per quanto riguarda lo smaltimento di rifiuti.
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