L’Associazione di Promozione Sociale Osservatorio Meteorologico, Agrario, Geologico Prof. Don Gian Carlo Raffaelli fondata nel 1883 a Bargone di Casarza Ligure durante l’anno 2019 ha svolto innumerevoli attività nell’ambito del monitoraggio, pulizia e segnatura della rete sentieristica ligure. In particolare l’Associazione, affiliata a F.I.E. Liguria, si occupa da quest’anno di una rete di sentieri che raggiungono il numero di 400 km. Una vasta rete che si estende dalla costa all’entroterra, all’appennino del levante ligure nell’area della Provincia di Genova ed in particolare in Val Petronio nel territorio di Casarza Ligure, in Val d’Aveto nei territori di Rezzoaglio e Santo Stefano d’Aveto, in Val Fontanabuona, in Val Sturla, in Val Penna e lungo la fascia costiera anche su sentieri nel Comune di Genova.
Alla luce delle continue e recenti precipitazioni di questo autunno, raccomandiamo di svolgere massima prudenza e di non percorrere i sentieri in occasione di stati di allerta a partire dal livello giallo in quanto i sentieri attraversano piccoli rii o aree soggette a movimenti franosi diffusi o caduta massi che portano i fruitori ad essere a rischio elevato di pericolo. Massima attenzione anche nei giorni successivi al termine delle precipitazioni dove cedimenti a valle o a monte lungo i sentieri potrebbero verificarsi; raccomandiamo attenzione anche lungo quelle aree ex agricole ove purtroppo a seguito dell’abbandono agricolo/forestale i muri a secco, sapientemente costruiti e utilissimi come antidoto contro il dissesto idrogeologico possono crollare.
Ricordiamo di non attraversare guadi dove l’acqua del corso d’acqua li supera, sappiamo come anche 15cm di altezza di acqua possono far cadere una persona attraverso la forza della corrente e raccomandiamo di non percorrere quei tracciati escursionisti che passano dentro al letto del corso d’acqua in occasione di giornate piovose e con temporali: potrebbe verificarsi un’alluvione lampo ossia un innalzamento veloce del livello idrometrico del corso d’acqua anche a seguito di piogge che possono interessare alcune porzioni del bacino idrografico mentre magari nella zona in cui ci si trova non avviene nessuna precipitazione. Anche in assenza di allerta, consigliamo sempre di consultare il meteo attraverso i canali ufficiali ed istituzionali quali: www.allertaliguria.gov.it.
Come Associazione abbiamo già avviato i primi sopralluoghi per verificare le condizioni della rete escursionistica per i sentieri di cui ne siamo i gestori; proseguiremo tempo meteorologico permettendo, in modo da segnalare eventuali criticità ed intervenire. Segnaliamo alcuni consigli utili da adottare in caso di evento temporalesco durante un’escursione o quando siamo nel bosco.
Vediamo quali sono, una volta che ci si trova in mezzo al temporale, i comportamenti più opportuni per cercare di ridurre al minimo il rischio di essere colpiti dal fulmine: •Allontanatevi immediatamente da vette, creste, guglie, massi e alberi isolati e da tutti quegli elementi del paesaggio che, per la loro conformazione “a punta” tendono ad attirare il fulmine.
•Cercate di evitare di divenire voi stessi “una punta” e, se siete in uno spazio aperto, mettetevi il più possibile vicino a terra, accucciati facendo attenzione ad avere la minor porzione di corpo a contatto col terreno. L’ideale è sedersi sullo zaino (asciutto), isolando il più possibile il corpo dal terreno e dalle correnti di superficie che si propagano dopo la scarica del fulmine.
•Quando si è in gruppo è meglio non restare tutti vicini, per non creare una corrente d’aria calda che, salendo, tende ad attirare il fulmine.
•Allontanate gli oggetti metallici, che possono condurre elettricità e spegnete completamente il cellulare o altri apparecchi elettrici.
•Fino a che il temporale non si è placato è meglio lasciare a distanza attrezzature come piccozze, bastoncini, sci e oggetti lunghi e sporgenti, che tendono anch’essi ad attirare i fulmini.
•Bisogna stare alla larga da tralicci dell’alta tensione o linee elettriche, che attraggono particolarmente i fulmini.
•Se siete costretti a ripararvi in una grotta abbiate cura di stare almeno ad un metro di distanza dalle pareti e dal soffitto, per evitare di essere colpiti dalle correnti di superficie, che si diramano anche a distanza dal punto dove il fulmine ha colpito e possono essere molto pericolose.
•I boschi possono essere più sicuri, ma occorre restare nel folto delle piante, lontani dagli alberi più alti e sporgenti.
•Evitate le vie ferrate o, se siete sorpresi dal temporale mentre le state percorrendo, cercate di allontanarvene al più presto.
•Se state arrampicando sappiate che l’elettricità si propaga anche lungo le corde, soprattutto se umide, quindi valgono gli stessi accorgimenti della ferrata.
•Durante il temporale non usate teli termici per ripararvi dalla pioggia e dal freddo, perché sono buoni conduttori elettrici.
•Se vi trovate su un ghiacciaio e non avete il tempo per una veloce ritirate, è bene mettersi in una zona concava, in modo da non rappresentare una punta che possa attirare il fulmine.
•Ci sono alcuni campanelli d’allarme che segnalano l’imminenza della caduta di un fulmine nelle vicinanze, si tratta dei cosiddetti fuochi di Sant Elmo, scariche elettriche silenziose (o accompagnate da crepitii) che si generano in quando l’aria è molto carica di elettricità e si manifestano nella forma di fiammelle bluastre che si sprigionano da oggetti metallici appuntiti, come croci di vetta o piloni.
•La forte carica elettrica che prelude alla caduta del fulmine può farsi sentire anche sul corpo delle persone: i peli e i capelli si rizzano e sulle parti del corpo scoperte si percepisce come una sensazione di solletico o pizzicorio.
•Ricordate la regola “30 secondi-30 minuti”: il pericolo è maggiore se il tempo intercorso tra lampo e tuono è minore di 30 secondi e si dovrebbe essere più sicuri del temporale passato solo dopo 30 minuti dall’ultimo tuono.
La redazione
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