Il coronavirus fa la sua prima comparsa in Cina il 31 dicembre 2019, a Wuhan, una metropoli da 11 milioni di abitanti, dando inizio a quella che nel giro di poche settimane è diventata un'epidemia a livello mondiale.
Un gruppo di scienziati dell'americana Johns Hopkins University (nel Maryland) ha sviluppato una mappa per visualizzare e tracciare quasi in tempo reale i casi segnalati, indicati con un pallino rosso (per l'Italia sono a livello nazionale, quindi non sono segnalate le regioni dei singoli casi). La dashboard fornisce un aggiornamento sulla situazione dell'epidemia mentre si sviluppa.
I dati sono raccolti da varie fonti:
Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Usa Centers for Disease Control and Prevention, Ecdc China, Nhc e altri e uniti a quelli di DXY, un sito web cinese che aggrega i rapporti sulla situazione di istituzioni locali, fornendo le stime dei casi regionali più importanti (decessi confermati, sospetti, ...).
I casi degli Stati Uniti (confermati, sospetti, decessi) sono presi dal Cdc americano; quelli degli altri Paesi dai dipartimenti sanitari regionali. La dashboard vuole fornire al pubblico un aggiornamento sulla situazione dell'epidemia mentre si sviluppa, con dati acquisiti da fonti trasparenti.
Chiamato inizialmente 2019-nCoV, ai primi di febbraio il virus ha cambiato nome: l'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato il nuovo coronavirus come Sars-CoV-2, nome che lo European Centre for Disease Prevention and Contro (ECDC) utilizza anche sul suo sito. È stato individuato anche il nome per la malattia che deriva dall'infezione da Sars-CoV-2: il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato l'11 febbraio 2019 che è stata denominata ufficialmente COVID-19: si tratta dell'acronimo di Co (corona); Vi (virus); D («disease», malattia) e 19 (l'anno di identificazione del virus).