Alla Genova Design Week 2025 abbiamo avuto modo di assistere a una dimostrazione del giovane designer e ricercatore Davide Balda, reduce da due premi under 35 con il progetto "Telare la Materia", che ha conquistato pubblico e giuria.
"Telare la Materia" è un progetto sviluppato da Davide insieme al Centro di Ricerca Fabrica e con il supporto del Dipartimento Sostenibilità di Benetton Group.
Telare la Materia è un progetto finalizzato alla ricerca di nuovi metodi e processi per contrastare l’impatto dell’industria tessile sull’ambiente e favorire lo smaltimento e il riutilizzo degli scarti di produzione nel luogo in cui vengono prodotti,
che, ad oggi, vengono invece confezionati e spediti nei paesi extraeuropei, dove diventano rifiuti.
Telare la Materia affronta le problematiche legate alla sovrapproduzione nel settore della moda analizzando il fenomeno del fast fashion, basato sulla produzione di capi in grandi quantità utilizzando tessuti sintetici e di bassa qualità. La proposta progettuale, ovvero ripensare e rigenerare i tessuti di scarto prima che vengano esportati e diventino materiale inquinante, rappresenta un cambiamento e una rivoluzione che richiede consapevolezza da parte delle aziende tessili e dei brand della moda.
Queste aziende devono ripensare il proprio sistema di smaltimento e il fine vita del prodotto, adottando comportamenti etici e pratiche circolari. Attraverso un approccio sostenibile e innovativo, Telare la Materia propone una soluzione per migliorare la filiera della moda con l’obiettivo di restituire valore a capi d’abbigliamento e tessuti invenduti e difettati. Questi prodotti vengono ridotti e ritrasformati attraverso un processo di macinazione in fibre tessili sintetiche e organiche, che diventano materia prima da riutilizzare in tre diverse applicazioni: Tecnosuolo, Building Material e Nuno Felt. Telare la Materia valorizza la fibra tessile rigenerata contestualizzandola in nuovi utilizzi, evidenziando le caratteristiche e le potenzialità del materiale e collegando il settore della moda all’agricoltura, all’edilizia e all’arredamento.
La video intervista a Davide alla Design Week.
Gli scarti della moda si trasformano in materia prima per il futuro
La moda è una delle industrie più inquinanti al mondo, responsabile ogni anno di tonnellate di rifiuti tessili.
Vestiti invenduti, scarti di produzione, capi difficili da riciclare finiscono spesso in discariche abusive o vengono bruciati, generando gravi danni ambientali.
"Telare la Materia" parte proprio da qui: recuperare abiti inutilizzati prima che finiscano in discariche inquinanti, ridurli in fibre attraverso un processo di sfibrazionee trattarli come "Tecnofossili", ovvero materiali residui della civiltà umana che possono diventare nuove materie prime per il futuro.
Da questa materia prima derivano tre applicazioni principali: Tecnosuolo, Biomateria e Nuno Felt. È il primo passo per creare un’economia veramente circolare.
Cos’è il Tecnosuolo e perché può sostituire la torba e la pacciamatura
Il Tecnosuolo è il suolo futuro che utilizza la fibra tessile organica, per migliorare la fertilità del suolo.
Questo progetto unisce l’industria tessile e l’agricoltura, al fine di creare terreni ideati appositamente per migliorare determinate colture.
Utilizzando un approccio ibrido, che combina tecniche idroponiche e tradizionali, le fibre tessili vegetali e animali vengono utilizzate come substrato vegetale/sostanza fertilizzante e come pacciame per la crescita delle piante, migliorando la struttura del terreno.
A cosa serve? Il Tecnosuolo è utile per:
favorire la germinazione dei semi
proteggere il suolo da siccità e agenti atmosferici (pacciamatura)
trattenere l’umidità nel terreno e migliorare la struttura del suolo e la sua fertilità
ridurre l’utilizzo di acqua e fertilizzanti chimici
Utilizzato in agricoltura urbana, serre e orti botanici, il Tecnosuolo si propone come alternativa rigenerativa, locale e sostenibile, in grado di dare nuova vita agli scarti tessili e migliorare la qualità del suolo.
Come creare nuovo materiale per bioedilizia con fibre tessili estratti da tessuti di scarto
Il Materiale edile è una ricerca materica per sviluppare un materiale sostenibile per bioedilizia.
In queste sperimentazioni materiche la fibra tessile viene unita a residui di argilla e ad una base geopolimerica per creare un intonaco naturale e piastrelle per uso interno, con caratteristiche di isolamento termico e acustico, insieme a un mattone che può essere utilizzato in architettura nel settore edile.
Questi materiali hanno caratteristiche importanti:
assorbono l’umidità, mantenendo freschi gli ambienti in estate e caldi in inverno
evitano la formazione di muffe e condense
sono traspiranti e privi di trattamenti chimici
possono assorbire CO2, grazie all’uso di geopolimeri, risultando carbon negative
Nuno Felt: il feltro sostenibile
Il Nuno feltro è un materiale tessile realizzato con la tecnica dell’infeltrimento ad umido, utilizzando fibre sintetiche e di origine vegetale e animale.
Le fibre vengono infeltrite con l’utilizzo di acqua e sapone di marsiglia attraverso un processo manuale, basato sullo sfregamento e sul massaggio, in un processo chiamato wet felting. È un materiale morbido, naturale e altamente funzionale.
Per cosa si usa? Il nuno feltro è adatto a:
costruire complementi d'arredo
essere riutilizzato nel settore della moda
rivestimenti murali interni per isolamento acustico e termico
migliorare il comfort abitativo grazie alla sua capacità igroscopica
Si tratta di una soluzione interessante per l’interior design sostenibile sia per ambienti privati che pubblici.
La definizione Archeodesigner descrive la metodologia progettuale di Davide, improntata sulla ricerca e lo studio della materia, contestualizzata nel mondo e nella società di oggi.
Una parola composta che unisce la disciplina dell’archeologia e del design che significa scovare e progettare con le materie, intese come macerie e residui del mondo contemporaneo per donargli nuovamente vita, funzionalità e un valore che spiega la storia e le attività dell’essere umano. Il ruolo dell’Archeodesigner è quello di ricostruire e descrivere la storia scavando tra i Tecnofossili, ovvero residui e scarti materici di derivazione naturale e artificiale che l’attività umana ha prodotto durante l’arco della sua esistenza sul pianeta Terra, con i quali realizzare nuovi materiali o manufatti.
I diversi bagagli professionali ed educativi di Davide hanno generato la ricerca “ARCHEOMATERICO”. Questo metodo è una coesistenza tra il suo istinto di prendersi cura delle persone e dell’ambiente sviluppando un concetto forte e chiaro da voler comunicare con la sua passione per il plasmare la materia che rappresenta l’animo pragmatico nel proporre una soluzione reale che si possa utilizzare e che possa influenzare e migliorare i comportamenti della società.
I progetti pensati non sono speculativi ma mirano ad avere un risvolto concreto nel quotidiano per apportare un reale cambiamento. La materia, il processo di scoperta e la creazione divengono la modalità per raccontare e intervenire su questioni più ampie che ambiscono ad inserirsi nei dibattiti ambientali, sociali ed economici a cui il design può contribuire.
Il progetto "Telare la Materia" ha già ricevuto importanti riconoscimenti internazionali: è stato selezionato dal Future Materials Bank della Jan van Eyck Academie ed è tra i vincitori del DIA Honorable Design Award.
Il successo più recente è arrivato alla Genova Design Week 2025, dove Balda ha vinto due premi under 35, confermando la solidità e la forza evocativa della sua visione.
Per informazioni e approfondimenti ecco alcuni riferimenti di Davide Baida.
Email: baldadavide1998@gmail.com
Instagram: @archeomaterico
Behance
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DAVIDE ROMANINI [d.romanini@zenazone.it]
Nato nel 1969 a Genova, ingegnere, uno dei due soci di Zenazone e co-fondatore di Zenazone.it
Autore di oltre 200 video itinerari turistici in tutta Italia con il format Eats&Travels e centinaia di video in Liguria con Zenazone con oltre 5 milioni di visualizzazioni complessive solo su YouTube.
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