Diario di una mamma: il ritorno a casa
10-05-2016
Come si fa a non essere felici e soddisfatte aprendo gli occhi la mattina e rendendosi conto che quel pancione enorme è svanito per lasciar posto alla dolcezza infinita della propria figlia?
Svegliarsi ogni giorno e vedere gli enormi occhi blu pieni d’infinito di Sofia mi ha regalato attimo dopo attimo bellissime emozioni.
Tre giorni in ospedale sono troppo pochi per imparare tutto quello che serve per la cura di un bambino, ma in fondo non basterebbe una vita intera.
Sono stati giorni pesanti, troppe visite ricevute per me che sono una persona molto riservata e tanta adrenalina in accumulo dovuta al parto, che mi impediva di dormire.
Sono stati i tre giorni più lunghi della mia vita, condivisi con il mio compagno che alleviava la mia stanchezza e mi regalava sorrisi continui, anche quando mi sembrava di non farcela.
La notte contavo i minuti che mi separavano dal ritorno in stanza della mia bambina, per poter restare tutto il tempo ad osservarla e ad incantarmi su di lei.
La mattina del ritorno a casa non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di potermi rilassare in santa pace in casa dei miei genitori, insieme a lei.
Avevo il sorriso stampato sul volto, colmo di gioia infinita, e superata l’ultima visita di controllo sia per me che per Sofia, siamo finalmente andate via dall’ospedale.
Vederla in macchina, in braccio al mio compagno o ai miei genitori, e sdraiarmi sul letto insieme a lei nella stanza dove sono cresciuta mi ha fatto sentire così felice che non so descriverlo.
Ce l’avevo davvero. Lei era con me. La bambina che avevo sempre sognato, quella che per nove mesi è stata parte della mia vita e del mio corpo.
Ero al settimo cielo, avevo voglia di tenerla sempre tra le mie braccia e stavo a fissarla per ore intere. Ma avevo anche tanto bisogno di riposo perché la paura di crollare da un momento all’altro per la stanchezza si faceva sentire.
L’unico “brutto” momento di quei giorni è stato quando mi è arrivata la montata lattea, perché nessuno mi aveva avvisata che avrebbe portato così tanto dolore e disagio fisico con me stessa e soprattutto con le persone che continuavano a venirmi a trovare.
E’ stato abbastanza traumatico vedere questo continuo cambiamento fisico che da nove mesi ormai era diventato quotidiano. Credevo che dopo il parto finisse e invece ho ricevuto questa piccola sorpresa che mi ha momentaneamente destabilizzata.
Ma per fortuna il tutto è durato solo qualche giorno, poi il mio corpo ha di nuovo iniziato a riprendere una forma normale, facendomi tornare quasi come ero prima.
Ma tutto ciò che avevo passato, sia mentalmente che fisicamente, l’avrei rivissuto miliardi e miliardi di volte, perché mi aveva portata come e dove ero in quel momento: una giovane madre con la sua bambina tra le braccia e il suo compagno sempre accanto. Nulla di più bello e nessuna fortuna più grande di quella che avevo io.
Prima di trasferirci nella nostra nuova casa siamo stati un po’ di giorni dai miei genitori, per abituarci a tutte quelle novità e per cercare di riposare e riprendermi dal parto.
Se non avessi avuto il loro costante appoggio non so proprio come avrei fatto, ci hanno aiutato giorno e notte e grazie a loro io ho imparato le basi dell’essere un genitore.
Ma la parte da protagonista della mia trasformazione da ragazzina a mamma ovviamente l’ha avuta Sofia che con le sue piccole ma immense attenzioni mi ha fatto e mi fa sentire ogni giorno più importante. Lei, frutto di un grande amore, che nascendo ha dato luce ad una famiglia sempre più unita.
Lei che con la sua forza e la sua voglia di vivere mi ha impedito di crollare nello sconforto e di cedere alle paure.
Lei per cui vale la pena tutto.
Una vera ragione di vita per me e il suo papà, che abbiamo finalmente scoperto cosa vuol dire amare come solo un genitore può fare.
Quando finalmente siamo andati a vivere tutti e tre in questa nuova casa siamo realmente diventati una famiglia a tutti gli effetti. E sono ancora meravigliata per quanto sia stato bello superare ogni piccola difficoltà insieme e di quanto sia stato naturale vivere giorno per giorno per Sofia, prendersi cura di lei e cercare di vederla sempre felice.
Perché quando lei sorride noi due ci riempiamo sempre di qualcosa in più, come pezzi di felicità incondizionata che arricchiscono la nostra anima.
Tutto quello che ho fatto nella mia vita mi ha portato ad Alessio e a Sofia, facendomi diventare una mamma a tempo pieno, stanca ma felice, troppo giovane ma con tanta voglia di crescere.
E questo è quello che auguro ad ogni donna, amare così tanto la propria famiglia, costruirla e curarla quotidianamente e lasciarsi cullare dal dolce amore di una figlia o di un figlio.

Chiara Nava

La redazione 

 

 

 

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