Finestre Meridiane: la mostra di Stefano Arienti al Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce -fino al 14 gennaio
13-10-2017

Alla riapertura autunnale dell’attività espositiva, in occasione della Giornata del Contemporaneo, Villa Croce presenta quest’anno un grande progetto dell’artista Stefano Arienti, Finestre Meridiane. Intersezioni con la collezione di Villa Croce, che si svilupperà lungo le sale del piano nobile della villa, a partire dal grande scalone d’ingresso. La mostra si costruisce come un dialogo tra un corpus di opere inedito dell’artista, le Meridiane, realizzate a partire dal 2012, e una selezione delle opere della collezione del museo, che ne campioneranno la sua storia.


Il titolo richiama la natura stessa del progetto espositivo: le circa ottanta opere di Stefano Arienti, carte e intonaci dal formato invariato, nascono in stretta relazione con il sole e i suoi movimenti. Le Meridiane sono disegnate con la luce, alla finestra di casa o dello studio, con una tecnica affinata negli anni dall’artista e che lo vede tradurre direttamente, con il proprio corpo, le variazioni di luce attraverso il colore scelto di volta in volta. La mostra è altresì un’apertura sulla collezione del museo, la cui architettura è scandita da grandi
finestre rivolte verso il mezzogiorno.


Non è la prima volta che l’artista viene attratto da una raccolta pubblica, ricordiamo il progetto del 2010 per i magazzini di Museion di Bolzano insieme a Massimo Bartolini, o l’allestimento delle raccolta di Palazzo Te a Mantova. Nel caso di Villa Croce lo scambio si fa più diretto, coinvolgendo i suoi lavori, che saranno esposti per la prima volta in quest’occasione.
La suggestione di partenza è quella delle quadrerie antiche, dove quadri e sculture venivano disposti secondo un ordine non cronologico o di affinità stilistica, piuttosto inseguendo linee di gusto e cadenze estetiche; così a Villa Croce come suggerisce Arienti “le opere si dispongono con molta libertà, senza rispettare criteri museografici, ma favorendo il ritmo dell’attenzione e della scoperta”.


La selezione dalla raccolta del museo ricostruisce la storia della sua formazione nel corso di trent’anni, dalle primissime opere entrate a farne parte, come la grande tela di Enrico Paulucci o il corpus di foto di Cesar Domela e le tavole originali a fumetti di Hugo Pratt. Queste si intrecciano con i grandi nomi dell’astrattismo storico e delle ricerche percettiviste della collezione di Maria Cernuschi Ghiringhelli: Fontana, Licini, MunariReggiani, Soldati, vero cuore pulsante delle collezioni del museo; con i lavori provenienti dalla collezione del Lab, il Laboratorio della Bassa Lunigiana; con le donazioni degli artisti, spesso a seguito di mostre personali, e i lavori donati o acquistati da gallerie private, a testimoniare la grande vivacità culturale dell’ambiente genovese, in particolar modo durante gli anni Sessanta; fino a comprendere le ultime acquisizioni legate a interventi site-specific, come il pianoforte di Philip Corner, risultato di una atto performativo collettivo Fluxus, o il vibrante pannello di Marta dell’Angelo, concepito durante l’ultimo ciclo di direzione del museo di Ilaria Bonacossa.
A ideale prosecuzione della mostra di Villa Croce, il 1 dicembre sarà inaugurata al Man di Nuoro Una visione astratta. Opere dalla Collezione Maria Cernuschi Ghiringhelli un’esposizione che approfondirà la conoscenza di questa fondamentale raccolta artistica.


Stefano Arienti è nato ad Asola (Mantova) nel 1961 e dal 1980 vive e lavora a Milano dove si è laureato in Scienze Agrarie nel 1986. Partecipa alla prima mostra collettiva nel 1985 alla ex fabbrica Brown Boveri, dove incontra Corrado Levi, il suo primo maestro. Ha frequentato l’ambiente artistico italiano nel momento di rinnovamento successivo alle stagioni dominate dall’Arte Povera e dalla Transavanguardia. Sono numerose le partecipazioni a mostre collettive in Italia ed all’estero, fra cui le Biennali di Venezia, Istanbul e Gwangju.
Tra le mostre personali presso importanti istituzioni nazionali e internazionali, oltre a quelle in numerose gallerie, ricordiamo la mostra al Museo MAXXI (Roma), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), alle Fondazioni Querini Stampalia e Bevilacqua la Masa (Venezia), al Palazzo Ducale di Mantova, alla Galleria Civica di Modena, all’ArtPace (San Antonio, Texas) e Isabella Stewart Gardner Museum (Boston).
Durante i suoi numerosi viaggi in Europa, Nord America e Asia, ha partecipando a programmi di residenza per artisti negli Stati Uniti (San Francisco, Boston e San Antonio), in India (Nuova Delhi) e in Francia (Clisson). Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo e all’Università IUAV di Venezia.

La redazione 

 

 

 

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