La mostra "Ivos Pacetti, imprenditore futurista", si terrà ai Musei di Nervi-Wolfsoniana fino a domenica 3 maggio. Realizzata grazie al sostegno dell’Archivio Pacetti – Studio Ernan Design di Albisola Superiore e ai prestiti provenienti da alcune tra le principali collezioni italiane di ceramica, la mostra intende offrire uno sguardo a 360° gradi sulla poliedrica attività artistica di Pacetti, privilegiando la sua produzione di ceramista (anche oltre il futurismo), ma documentando pure le sue sperimentali ricerche in campo fotografico e i più significativi aspetti della sua intensa attività pittorica. La fondamentale svolta nella sua carriera avvenne nel 1920 quando, trasferitosi ad Albisola, iniziò a collaborare con la M.A.S. (Maioliche Artistiche Savonesi) di Dario Ravano.
Tuttavia se la ceramica rappresentò il suo principale campo d’azione, come artista e imprenditore, altrettanto significativo fu il suo impegno in altri ambiti espressivi. Pacetti traspose infatti dalla poetica futurista una peculiare inclinazione al progetto globale e alla multidisciplinarietà linguistica, come testimoniato dalla varietà delle sue innovative proposte tecniche e formali e dalla sua intensa e poliedrica attività imprenditoriale, che lo portò a relazionarsi con alcuni tra i più rinomati artisti italiani e stranieri operanti ad Albisola: una rete di conoscenze e di amicizie tangibilmente documentata dal museo di ceramica all’aperto, annesso al suo stabilimento e in cui, ancora oggi, si possono ammirare gli straordinari frutti di quella straordinaria stagione artistica albisolese.
Considerato uno dei principali protagonisti della rinascita della ceramica albisolese del Novecento, Ivos Pacetti collaborò con alcune tra le più importanti manifatture locali (M.A.S.; Casa dell’Arte; Alba Docilia, ILSA e SPICA) e fondò la Fiamma, aprendo nel 1956 il nuovo modernissimo stabilimento Ceramiche Minime Fratelli Pacetti. Folgorato dalla dinamica e rivoluzionaria estetica futurista, Pacetti, che a fianco dell’attività di ceramista fu attivo anche come fotografo, pittore, scrittore e pubblicista, aderì nella seconda metà degli anni venti al movimento di Marinetti, abbracciandone le innovative soluzioni linguistiche e partecipando alle principali esposizioni del gruppo, in Italia e all’estero.
La redazione
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