Novanta minuti sono uno spazio risibile per tracciare l'andamento di un campionato e pure per commentarne l'inizio. Ma rimane il fatto che Genoa e Sampdoria e con loro, Juric e Giampaolo, sono decisamente partite col piede giusto in questa prima giornata. Il che offre comunque l'occasione per i primi spunti di riflessione.
Anzitutto, i due nuovi tecnici. La mano differente rispetto a prima si vede, eccome. Specie per quanto riguarda la Sampdoria. Montella, che alla guida del suo Milan ha battuto il Torino in casa per il rotto della cuffia, non sarà certamente mai rimpianto. Ora c'è invece un Giampaolo che in poche settimane ha saputo dare respiro alla manovra, trovare un bel gioco e soprattutto rivalutare giocatori troppo frettolosamente accantonati dal suo predecessore. Il nuovo mister della Sampdoria è la dimostrazione, insieme a tanti altri, di come esista uno strano metro nello scegliere gli allenatori di calcio delle grandi. Perché è infinitamente superiore a Montella. Ma evidentemente nel sistema attuale non vige la meritocrazia.
Discorso diverso per Juric. Il tecnico croato arriva al Genoa dopo la stupefacente stagione alla guida del Crotone, con annessa storica promozione in serie A. Ha bagnato il suo debutto nella massima divisione con una convincente vittoria. In una piazza certo non facile. Sia perché da sempre intorno al Genoa ci sono grandi aspettative, sia perché in estate la tifoseria è scesa addirittura in piazza prima per scongiurare e poi per dire tristemente addio a mister Gian Piero Gasperini (ieri la sua Atalanta è stata piegata in casa da un'ottima Lazio). Pesante eredità quindi per Juric, oltre al fardello del debutto in A per giunta contro un ostico Cagliari. Ma l'allenatore ha dimostrato di essere in grado di non far rimpiangere il suo predecessore nonché maestro.
Dietro l'incoraggiamento di una Nord sempre ai massimi livelli in termini di tifo, Juric ha centrato la classica vittoria da Grifo: partita sofferta, sudata, poi la spettacolare rimonta e infine la gioia liberatoria. Il tutto sotto gli occhi del presidente Preziosi, tornato a Marassi dopo aver fatto pace con la tifoseria.
Il secondo aspetto riguarda i giocatori. Juric e Giampaolo, soprattutto il primo, hanno deciso di puntare su ragazzi un po' troppo trascurati la scorsa stagione. E hanno avuto ragione. Parlando dei rossoblu, pensiamo a gente come Lazovic, Ntcham e Pandev, letteralmente risorti con il nuovo mister. Il primo ha saputo destreggiarsi nella nuova posizione, disegnando peraltro il perfetto cross per la testa di Rigoni (un altro fuoriclasse) e una volta acquistata maggiore fiducia nella conclusione potrà dirsi finalmente concreto; il secondo è entrato a gara in corso e ha trovato il gol del pareggio con una rasoiata da fuori area, dimostrando di meritare una maglia da titolare; quanto all'attaccante macedone, non ha segnato ma finalmente è entrato nel gioco e questo rappresenta un ottimo segnale in prospettiva futura.
Nella Samp il capitolo "risorti" riguarda invece Luis Muriel, autore contro l'Empoli di un gol da cineteca. L'anno scorso, sotto la gestione Montella, era finito incredibilmente ai margini. L'allenatore si affrettò ad addossare al colombiano tutte le colpe per la scarsa forma. Peccato che i giocatori non abbiano quasi mai diritto di replica e certi mister non conoscano l'autocritica. Fatto sta che il mondo si è completamente ribaltato e ora Muriel è il perno di una squadra che può veramente far bene in questa stagione.
Terzo capitolo, i nuovi. E qui si parte dalla Sampdoria, che tra le due società è quella che sinora ha cambiato di più, anche se il mercato è ancora aperto e certo non mancheranno gli ultimi colpi. Che dire di Torreira e Linetty, grandiosi in campo e per spirito di sacrificio. Come anche Pavlovic, che pure si era visto poco in precampionato. Nel Genoa invece note liete per Gentiletti e Ocampos: gara discreta per entrambi e notevoli margini di crescita.
Ci sono tutte le premesse per una buona annata sotto la Lanterna. Novanta minuti sono un nulla, ma se il buongiorno si vede dal mattino...
ALBERTO BRUZZONE
Giornalista professionista dal 2007. Prima ancora, giornalista pubblicista dal 2002. Svariate esperienze nel campo giornalistico, in molteplici settori: spettacoli e cultura, cronaca di quartiere, cronaca politica, economia.
Capocronista del Corriere Mercantile dal 2012. Competenze nel "desk" del giornale, nel coordinamento e nella gestione dei servizi. Grande passione per il lavoro e disponibilità piena su orari, sedi distaccate e spostamenti. Competenze nel giornalismo on line, nella gestione del portale del giornale e nella cura delle pagine sui principali social network.
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