Da venerdì 9 a domenica 18 settembre, il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova ospiterà la mostra “La Misericordia per Santa Caterina da Genova” con i seguenti orari: dalle ore 15:00 alle 18:30. Nei giorni di giovedì 15, venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 Settembre, in occasione del Congresso Eucaristico, si farà orario continuato dalle 10:30 alle 18:30. Oggetto di questo evento è la Misericordia per Santa Caterina da Genova, una figura fondamentale per la città e la regione Liguria per le numerose tracce che la sua vita ha lasciato nel tessuto sociale e spirituale. Tra le opere esposte troviamo un’importante rappresentativa dell’iconografia legata alla Santa tra le quali: “La visione di Santa Caterina” di D. Piola, “Ritratto di Santa Caterina” di M. de Simon Piola, “Santa Caterina in gloria” statua in cartapesta su disegno di L. De Ferrari, antichi reliquiari argentei e una ricca serie di paramenti sacri e paliotti realizzati per le celebrazioni della canonizzazione di S. Caterina (1737). Sono inoltre esposti oggetti di devozione popolare tra cui un ex voto del 1850.
Nata a Genova nel 1447, morta il 15 settembre 1510, la vita di Santa Caterina da Genova fu senza dubbio una vita straordinaria. È infatti considerata una delle figure femminili più importanti nella storia di Genova tra il quattro ed il cinquecento. I furono Jacopo Fieschi, che fu viceré di Napoli e Francesca di Negro. Due papi, Innocenzo IV e Adriano V sono appartenuti alla famiglia Fieschi. Caterina è descritta come una bimba eccezionalmente sensibile nella preghiera. Quando appena tredicenne chiese di entrare in convento, le fu impedito motivando la decisione per la giovane età, mentre successivamente le fu manifestato l’intento di maritarla con un nobiluomo genovese, Giuliano Adorno. La vita di Caterina divenne miserabile, per la sua rassegnata accettazione della volontà della famiglia prima e del marito poi, molto più vecchio di lei, dal carattere difficile e di vita dissoluta.. Dieci anni dopo il suo matrimonio accadde un evento, in risposta alle sue preghiere. Andò un giorno, colma di tristezza, al monastero delle Grazie di Genova, dove viveva la sorella. Mentre stava per confessarsi, la sua anima fu illuminata da un raggio di Divina luce, che in un lampo manifestò in essa la totale dedizione e l’amore per il Signore. L’illuminazione fu così dirompente che perse conoscenza e cadde in una specie di estasi, per poi tornare a casa. Da quel momento la visione interiore di se e del Signore, non venne mai meno. Nonostante Caterina nutrisse pudore nel manifestare le proprie esperienze mistiche, circondata da devoti discepoli, tra i quali Ettore Vernazza, il sacerdote e suo personale confessore Cattaneo Marabotto, ella raccontò le trasformazioni che il Signore aveva compiuto nella sua vita. Questo gruppo di discepoli si costituì nella confraternita del Divino Amore. Furono essi e comporre le sue memorie, pubblicate nella “Vita Mirabile” del 1551. Della sua vita “nel mondo” molti fatti si possono sottolineare. Sicuramente degni di nota sono la conversione del marito e la sua dedizione ai malati nel ospedale di Pammatone in Genova, del quale divenne direttrice e tesoriera. Morì consumata dal fuoco del Divino Amore che ardeva in lei e per la generosità con la quale si dedicava agli altri. Patrona della Repubblica di Genova fin dal 1637, fu beatificata nel 1675 da Clemente X e canonizzata nel 1737 da Clemente XII. Proclamata patrona degli ospedali italiani da Pio XII nel 1943.
Il Santuario di Santa Caterina da Genova conserva il suo corpo incorrotto che, nel vicino Ospedale di Pammatone, ha prestato il suo servizio eroico agli ammalati. Santa Caterina è la Santa genovese conosciuta a livello internazionale per il suo “Trattato del Purgatorio” e per il Circolo del Divino Amore, e con Ettore Vernazza ha dato origine all’Ospedale degli Incurabili e al rinnovamento della chiesa cattolica nel tempo della riforma protestante. La chiesa, chiamata il cantiere del Cinquecento genovese, vanta opere dei maggiori artisti della pittura della seconda metà del secolo: G.B. Castello detto il Bergamasco, L. Cambiaso, A. e O. Semino, L. e P. Calvi, oltre a pittori e scultori dal XVI al XX secolo, come D. Piola, G. Palmieri, A. Lomi, F.M. Schiaffino e J.A. Ponzanelli.
Il Museo BCC raccoglie dai conventi cappuccini del territorio ligure un ricchissimo patrimonio di beni artistici. All’interno della struttura si conservano opere dei più noti e affermati pittori genovesi del Cinque e Seicento, tra i quali spiccano B. Strozzi, D. Piola, O. De Ferrari, D. Fiasella e L. Cambiaso. Il museo ospita anche vari oggetti dell’artigianato e dell’arte povera cappuccina: paliotti, sculture lignee ecc… Nella visita al Museo è compresa la Cappella Superiore della Chiesa dedicata a Santa Caterina.
Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova
Viale IV novembre 5, Passo Santa Caterina Fieschi - ingresso da Via B. Bosco (dietro Palazzo di Giustizia)
Per info:
Museo BCC
info@bccgenova.org
010 8592759
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