Si è aperta per la Virtus Entella la stagione della maturità. E si è aperta nel migliore dei modi, con un convincente due a zero sull'Ancona, nel secondo turno di Coppa Italia.
La squadra chiavarese, passata in estate da Alfredo Aglietti alle sapienti mani e all'ancora più sapiente e sopraffino intelletto di Roberto Breda (ex sia di Sampdoria che di Genoa, già interessante assai come giocatore prima che come tecnico), si è imposta senza grosse difficoltà sulla formazione di Lega Pro con le reti di Troiano su rigore (sempre più leader e anima della squadra, dopo il ritiro dalle scene di Gennaro Volpe) e del promettente Gerli.
Il quale ultimo porta subito alla prima considerazione: ovvero che anche quest'anno l'Entella saprà far tesoro del suo stupendo vivaio. Quello che rappresenta assolutamente il fiore all'occhiello della società del presidente Antonio Gozzi. L'Entella, anche grazie alla sempre più stretta connessione del settore giovanile con l'academy (e anche questa costituisce una primizia per il calcio italiano), si conferma una delle realtà migliori nel panorama nazionale per crescere e arrivare a certi livelli. In un calcio dove ci si riempie la bocca spesso e sin troppo volentieri con la parola giovani e dove si abusa del termine vivai per poi di fatto non cambiare mai nulla, i biancocelesti sono come mosche bianche. Perché alla corte di Gozzi si parla poco e si fa tanto. Specialmente per le nuove leve.
La seconda considerazione è invece di ordine spettacolar-calcistico, e andrebbe a genio a chi si è già abbonato, oltre che fungere da stimolo a chi intende fare la tessera: al "Comunale" non ci si annoia mai. La Virtus Entella, anche in questo inizio di nuova stagione, ha confermato la sua straordinaria vena realizzativa nelle gare interne, quella che l'anno scorso ha portato ad autentiche goleade con squadre blasonate come Bari e Trapani, tanto per fare due esempi. A secco per una volta bomber Ciccio Caputo, ci hanno pensato un veterano dagli undici metri e una promessa del domani. Mentre Nello Cutolo si è confermato un ottimo incursore nei pochi minuti a sua disposizione e mentre si sono visti segnali più che positivi dal nuovo acquisto Tremolada.
Terzo aspetto, il pubblico. Quasi mille e quattrocento spettatori in pieno agosto non sono male, ma è chiaro che esistono margini di miglioramento, e ci mancherebbe. Sarebbe bello se all'impegno di Gozzi e di tutta la società, dal primo all'ultimo (dall'ottimo ufficio comunicazione al marketing, all'accoglienza ecc), corrispondesse un proporzionale interesse da parte della piazza. Intendendo per "piazza" non tanto Chiavari, che il discorso pare averlo capito, ma il Tigullio intero, superando anacronistiche rivalità di campanile. Una società per il terzo anno consecutivo in Serie B (miracolo riuscito, in una piccola città, solamente al Cittadella, come ha già fatto notare il patron Gozzi) deve essere motivo d'orgoglio non solo per Chiavari ma per la Liguria tutta. Una regione spesso ai margini sotto ogni profilo (dai trasporti, alle industrie, al lavoro), ma miracolosamente emersa al top nel panorama calcistico (anche grazie, per onor di cronaca, ai "cugini" dello Spezia).
Quarto elemento, ma forse primo per chi ama lo sport. È bello che esista ancora un campionato dove vedere all'opera giocatori italiani. Giovani e meno giovani. Un discorso che non si fa nè per becero razzismo nè per nazionalismo alla buona, sia chiaro. È semplice statistica. Per rendersi conto dello stato del nostro calcio e delle nostre scuole bisogna ormai scendere di una serie. Geniale chi ha coniato per la Serie B lo slogan "Il campionato degli italiani". Quanto di più vero si potesse dire. La cadetteria riporta alla mente i campionati maggiori di venti o trenta anni fa. Lontani dalle star, dai milioni, dai diritti tv e dagli sceicchi. Puro, genuino e buon calcio. Sono forse l'unico nostalgico?
Alberto Bruzzone
(Ps. Con questo pezzo inizia ufficialmente la mia collaborazione editoriale con il portale Zenazone. Una splendida realtà che non ha certo bisogno di presentazioni, in quanto è ormai perfettamente radicata sul nostro territorio. Grazie di cuore agli editori Enrico Battilana e Davide Romanini per l'opportunità che mi hanno offerto. Farò di tutto per ricambiare la fiducia loro e dell'intero corpo redazionale).