Il bando di gara per le nuove concessioni di gioco pubblico, in particolare per i servizi di raccolta del gioco online, è realtà. E sin da subito sono partite le polemiche e sono sorti i dubbi.
Il bando, pubblicato a dicembre su Gazzetta Ufficiale e anche sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, conteneva diverse criticità, legate soprattutto alla cosiddetta “proroga tecnica” e ai requisiti. Tra questi c’è la necessità di dimostrare, attraverso ampia documentazione, un’esperienza nella gestione dei giochi online di lunga data e soprattutto di aver operato nello Spazio Economico Europea.
Altro paletto è quello del fatturato: almeno 3 milioni di euro negli ultimi due anni e una garanzia di partecipazione di 750 mila euro. Ogni partecipante può fare richiesta per un massimo di 5 concessioni, con un costo per concessione di 7 milioni di euro (incredibilmente più alto rispetto ai precedenti bandi), che andranno versati in due rate: 4 milioni all’aggiudicazione e 3 milioni all’attivazione del servizio.
La procedura prevede un contributo di 560 euro all’ANAC e una garanzia definitiva di 3,7 milioni di euro per il 2025.
Altra questione quella temporale: le domande devono infatti essere presentate entro il prossimo 30 maggio mentre il processo avrà una durata complessiva di 9 mesi. Gli operatori hanno già iniziato a far presenti i dubbi relativi alla durata delle garanzie, ai collaudi dei nuovi sistemi e alla gestione delle attività durante il periodo transitorio. I marchi che non parteciperanno alla gara, infatti, dovranno sospendere le operazioni entro giugno 2025. C’è un clima di incertezza, insomma, che andrà avanti fino a quando ADM fornirà risposte definitive, che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane.
Altri interrogativi arrivano poi dalla Manovra Economica 2025. Come si legge su Giochidislots, infatti, l’articolo 66 cancella il fondo ad hoc e il relativo Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Gli esperti e le associazioni di categoria hanno parlato di “un clamoroso autogol”, che vanifica di fatto 10 anni di impegno e di battaglie. La legge di bilancio del 2015, inoltre, aveva istituito un fondo da 50 milioni di euro.
Tutto andato in fumo, almeno per il momento, visto che la nuova legge fa confluire tutti i fondi in un unico Osservatorio, relativo però a tutte le dipendenze, senza tenere conto dei diversi gradi di pericolosità e della diversità di intervento. “Non si comprendono le ragioni della scelta – ha spiegato a Il Sole 24 Ore Renato Balduzzi, ex ministro della salute ma soprattutto tra i fondatori dell’Osservatorio - dal momento che il fondo e l’Osservatorio funzionano e svolgono compiti importanti in ordine alle patologie legate all’azzardo. Invito il governo a ripensarci”.
Per vedere se ci sarà un dietrofront bisognerà aspettare qualche settimana. Il rischio di vanificare 10 anni di impegno, però, è alto.
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