Non abbiamo resistito alla tentazione e siamo subito accorsi alla mostra di Picasso a Genova, che si terrà nell'appartamento del Doge di Palazzo Ducale fino al 6 maggio 2018. Come vi avevamo anticipato in precedenza, annunciandone l'arrivo con un articolo di approfondimento, l'esposizione è una piacevole carrellata di opere forse meno conosciute ai profani, ma immediatamente riconoscibili dal tratto espressivo dell'artista spagnolo. La sorpresa, l'incanto e la curiosità sono quindi assicurate anche al visitatore meno assiduo di mostre d'arte.
Cosa c'è da vedere alla mostra di Picasso a Genova? Citazioni affiancate ai dipinti delle opere, ma anche fotografie che ritraggono Pablo Picasso negli svariati atélier che lo hanno ospitato in tutta Europa. E ancora, sculture di cartone ritagliate accuratamente affinché l'artista potesse scegliere la disposizione dei soggetti all'interno delle sue creazioni. La mostra è questo e non solo. Come la maggior parte delle esposizioni, si tratta di un percorso. In questo caso, però, ci si immerge completamente in un mondo parallelo e fantasioso, a tratti inquietante e profondamente soliario nei toni del grigio in contrasto con guizzi di colori brillanti apparentemente a sorpresa.
La mostra di Picasso a Genova inizia con un omaggio che Picasso fa a se stesso. Qui si trovano alcuni dei suoi celebri autoritratti in diverse declinazioni nell'arco della sua vita. Il percorso inizia nella Sala 1 con uno dei suoi primi autoritratti realizzato a Parigi nel 1906 e prosegue con altre realizzazioni affini tra loro, ma che evidenziano la sua evoluzione artistica con i primi cenni dell'impronta cubista.
Proseguendo, si entra in una piccola sala, la 2, dedicata a un unico dipinto: Nudo seduto (Parigi, 1906-1907), celebre rappresentazione di una donna senza veli e dal corpo scolpito.
La Sala 3 è un omaggio ai soggetti delle bagnanti, uno dei tanti temi ricorrenti nel percorso artistico di Picasso, dove la prima opera esposta ricorda una locandina dei primi del '900 (realizzata infatti nel 1918 a Biarritz) per poi proseguire in una carrellata di varianti sempre più surrealiste che puntano all'essenza più che alla forma.
La prima parte della Sala 4 è una sintesi dell'angoscia picassiana dovuta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nonché all'occupazione dei nazisti a Parigi -dove lui stesso abitava. Figure dal volto distorto, cupe tonalità di grigio e atmosfere sinistre: non a caso, le opere esposte in quest'area, sono state realizzate tra il 1941 e il 1945.
Appena pochi passi e la stessa sala cambia aspetto, dove è impossibile non sentirsi osservati dai numerosi volti dei ritratti di donne in primo piano. In particolare, è Donna distesa che legge (1939) a consolare il visitatore grazie a uno scorcio di vita quotidiana di assoluta normalità, ritraendo appunto una donna dalla chioma bionda immersa nella lettura di un libro.
Entrando nella Sala 5 si viene accolti da una vivace rappresentazione della Baia di Cannes (1958), dove l'azzurro predomina la scena, in contrasto con i toni più cupi e dipinti più complessi, ognuno dei quali realizzati nel corso degli anni '50.
Con la Sala 6 si giunge a metà mostra in un corridoio che celebra le donne di Picasso, protagoniste della sua vita privata così come dei suoi dipinti. Ad aprire la serie ecco Donna con cappello, una vera ossessione nella sua mente che continuerà a riproporre nell'arco di tutta la carriera artistica con variazioni stilistiche non indifferenti. E ancora, Ritratto di Marie-Thérèse (1937), icona della mostra di Picasso a Genova, e Ritratto di Nusch Eluard (1937) per citarne alcune.
La vera sorpresa, soprattutto per i più profani, è la Sala 7: una stanza che sottolinea l'ammirazione di Picasso per Édouard Manet. Curiosa, quasi ipnotica, la sua rappresentazione di Colazione sull'erba (1961) -sul modello del celebre dipinto con cui Manet avviò l'epoca dell'impressionismo-. Anche Gli innamorati (1919) è un tributo al collega parigino, raffigurante il romantico abbraccio di una coppia sotto alla scritta "Manet" come fosse un graffito sul muro.
In questa sala si trovano pure due statue in cartone che richiamano i personaggi di Colazione sull'erba di Picasso, figure ritagliate con cui l'artista potè scegliere la loro precisa dislocazione all'interno della sua opera.
La Sala 8, penultima tappa della mostra di Picasso a Genova, si può sintetizzare nel concetto di erotismo e sensualità. Non a caso, si tratta di opere realizzate nell'arco degli anni '60, sinonimo della rivoluzione sessuale. Esempio lampante di questo periodo storico è proprio Donna con cuscino (1969), in cui Marie Therèse è ritratta in un nudo esplicito.
A chiudere questo incredibile percorso è la Sala 9, dove figurano i figli di Picasso che disegnano. Non proprio una conclusione, dunque, ma ciò che si avverte è come una serie di puntini di sospensione immaginari, forse un passaggio di testimone? Paulo che disegna (1923) ha in sé la dolcezza di un bambino visto attraverso gli occhi di un padre. La stessa sensazione, benché più cupa e nostalgica, si avverte in Claude che disegna, Françoise e Paloma (1954) con la tenerezza di una madre che avvolge i figli in un caldo abbraccio.
La redazione
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