Mercoledì 13 febbraio al cinema Sivori di salita S. Caterina alle ore 21:00 è in programma la proiezione de "I nomi del signor Sulčič" alla presenza della regista Elisabetta Sgarbi, autrice anche della sceneggiatura insieme a Eugenio Lio, ugualmente ospite della serata organizzata da Circuito Cinema Genova. Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio dopo la proiezione risponderanno alle domande del pubblico. Il film, presentato all’ultima edizione del Torino Film Festival, fa parte delle celebrazioni del Giorno del Ricordo 2019, istituito per il 10 febbraio. Per la serata vale la consueta riduzione del mercoledì, 5,50 €, e sono ammessi gli abbonamenti Top, Minitop, Basic, Cral e Under 29.
Elisabetta Sgarbi torna sul grande schermo con un nuovo film che – dopo un’intensa ricerca di sguardo documentario – intreccia una trama di finzione con la ricerca storica, per ricostruire la memoria individuale e collettiva intorno a uno dei confini più discussi e combattuti d’Italia. I nomi del signor Sulčič conduce lo spettatore fra Italia e Slovenia, tra spie naziste, fascisti, milizie di Tito, identità vere e false, padri e figli veri o presunti. Prodotto da Betty Wrong con Rai Cinema, il film vede alla scrittura la stessa regista con Eugenio Lio. Del cast variegato fanno parte il terzetto femminile composto da Lučka Počkaj, Elena Radonidich e Ivana Pantaleo, il non attore Gabriele Levada accanto a interpreti di grande levatura come Paolo Graziosi e Roberto Herlitzka, e due scrittori triestini fra i famosi del milieu mitteleuropeo: il saggista, romanziere e germanista Claudio Magris, e il regista scrittore e drammaturgo Giorgio Pressburger. La colonna sonora ha la cura di un’altra firma illustre, quella di Franco Battiato.
Sinossi:
Irena Ruppel e la sua amica Ivana, ricercatrice universitaria, da Ferrara arrivano in una remota valle del Po. Nel corso della giornata, del tutto inaspettatamente, Irena scopre cose inaudite della sua vita. Inoltre, sembra sapere molte cose del valligiano che le accoglie, Gabriele. Quest’ultimo a sua volta rimane incuriosito e sconcertato da questa affascinante donna slovena, che sembra non parlare italiano ma che pare capire tutto quello che accade. Quando ormai Irena è andata via, Gabriele non resiste e si mette sulle sue tracce. Una ricerca che lo porta a Trieste, poi a Lubiana e infine a Tolmin, in Slovenia. Un viaggio che gli spalancherà la verità sull’identità dei suoi genitori, su se stesso e, infine, sulla donna che ha generato questa esplosione di memoria.
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“Portami via la memoria e non sarò mai vecchio” è la frase che chiude il film, il verso di un poeta ferrarese che mio padre amava molto e che ho voluto inserire nel film. Perché è sì un film sulla memoria, sul passato che si riaffaccia, su fantasmi – molto poco immateriali – che sorprendono il presente di un uomo che vive, ignaro, la sua vita. Ma è anche un film che celebra la sfrontatezza del vivere, di potere dire di no al cumulo del passato e della storia.A volte, un gesto liberatorio è un gesto di libertà.
Elisabetta Sgarbi
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La redazione
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