La tallonite è una problematica che, negli ultimi anni, ha visto aumentare tantissimo i suoi numeri. Con fattori di rischio che vanno dall'obesità, all'artrosi, condizione cronica e degenerativa che spesso insorge e/o peggiora con l'età, si contraddistingue per un quadro infiammatorio a carico della parte inferiore del retropiede.
Frequente anche tra chi corre - sono tantissime le persone che fanno jogging, spesso approcciandosi a questa pratica senza essere seguite adeguatamente, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista degli errori - per via dell'impatto traumatico con il suolo, provoca dolore, che può raggiungere livelli molto intensi, al tallone o al calcagno. Nella maggior parte dei casi, chi ha a che fare con la tallonite lamenta l'insorgenza dei sintomi soprattutto nelle ore mattutine.
Condizione che annovera tra i fattori di rischio pure la borsite, condizione infiammatoria a sua volta provocata da problematiche come la spina calcaneare, la tallonite è diagnosticabile innanzitutto tramite osservazione clinica da parte dell'ortopedico. Se necessario, lo specialista prescrive l'esecuzione di esami come la radiografia e la risonanza magnetica.
Nel percorso di trattamento, è essenziale concentrarsi particolarmente sulla biomeccanica del piede, analizzando il passo. A partire da questi dati, vengono forniti al paziente consigli sia sui migliori plantari ortopedici - rispetto al passato, c'è una scelta molto più ampia a disposizione e questi dispositivi si possono acquistare comodamente online, scegliendo sempre portali specializzati come quello di Farmacia CEF - fondamentali per il rilassamento della fascia plantare, e le calzature adeguate.
Quest'ultimo aspetto è particolarmente importante: indossare scarpe non idonee alle caratteristiche della pianta del proprio piede è una delle cause che provocano la tallonite.
Il loro utilizzo può aprire la strada all'insorgenza di microtraumi, frequenti tra chi fa sport, ma non solo. Nei casi in cui la tallonite è provocata da queste evenienze che, a loro volta, impattano sulla biomeccanica del passo causando un appoggio non funzionale, bisogna farsi trovare pronti a una sintomatologia che dura tra i 15 e i 20 giorni.
Davanti a quadri più gravi, caratterizzati, per esempio, dall'infiammazione del periostio, ossia la membrana che ricopre l'osso, il dolore, se non si interviene concretamente, può protrarsi anche 2 - 3 mesi.
L'intervento risolutivo, che oltre al ricorso ai plantari e alle scarpe prevede pure il riposo e, se sono presenti le indicazioni, la terapia con le onde d'urto, è impellente in quanto, a lungo andare, la tallonite provoca compensazioni posturali che impattano negativamente su bacino, ginocchia e schiena.
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