Un vecchio enigma. Una ferita mai chiusa.
Il nuovo libro di Ippolito Edmondo Ferrario, Il banchiere nero e la bambina scomparsa (Fratelli Frilli Editori), affonda le radici in una vicenda reale che decenni fa sconvolse l’Italia, riemergendo tra i silenzi della Valle Argentina e la fragilità della memoria collettiva.
Giovedì 20 novembre alle 17, la Libreria Mondadori di via XX Settembre a Genova ospiterà la presentazione ufficiale dell’opera. Con l’autore dialogherà Simona Cappelli, responsabile dell’Ufficio Stampa della casa editrice.
Ferrario riporta sulla pagina Raoul Sforza, il banchiere enigmatico già protagonista dei suoi romanzi precedenti.
Un uomo scivoloso, quasi un’ombra.
È lui a decidere di riaprire un caso rimasto sospeso nel tempo: la scomparsa di una bambina nel 1957, un episodio mai spiegato e avvolto da mezze verità.
La scelta di Sforza non è casuale. L’indagine diventa per lui un atto di giustizia, ma anche una ricerca intima. E forse una resa dei conti.
Il romanzo si muove sul confine sottile tra ciò che è accaduto e ciò che non si è voluto vedere. Ferrario costruisce un percorso narrativo denso, dove il lettore si ritrova immerso tra omertà di paese, vecchi sospetti e indizi che ricompaiono come relitti trascinati dal tempo.
La ricostruzione è precisa, quasi chirurgica. L’emozione, però, resta al centro.
La forza del racconto sta nell’intreccio tra verità storica e tensione emotiva, che accompagna passo dopo passo l’ostinata ricerca della verità.
Il viaggio di Sforza lo porta tra Genova e Taggia, fino a Montalto e agli scenari più remoti della Valle Argentina. Luoghi sospesi, a volte cupi.
Luoghi che conservano storie che nessuno ha mai voluto davvero raccontare.
In questo itinerario inquieto, ogni incontro riapre una porta. Ogni testimone aggiunge un frammento. E ogni dettaglio contribuisce a ricomporre un mosaico che per anni era rimasto nascosto.
L’opera non è solo un noir. È una riflessione sulla necessità di ricordare e sul peso delle omissioni.
Ferrario, con una scrittura intensa e cinematografica, affronta il dramma di una comunità che ha preferito tacere, lasciando che la vicenda della bambina scomparsa si perdesse nelle pieghe del tempo.
Il risultato è un romanzo che parla di responsabilità, di dolore e del bisogno umano – spesso ostinato – di dare un senso alle ferite del passato.

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